(Lettera pubblicata su “Il Mattino” di Napoli il 18 novembre 1989)
Ho letto le dotte ed interessanti riflessioni critiche del prof. Fulvio Tessitore sul significato complessivo della storia di Napoli e sul “carattere” dei napoletani. E le dolenti, pessimistiche ed amare sue considerazioni (quasi un epitaffio) sulla decadenza ormai irreversibile della città, culminate nella indignata e vibrante invettiva (“Che siano maledetti!”) contro gli ignoti sfregiatori dell’arco di Castel Nuovo, vero e proprio simbolo di Napoli.
Mi sono tornate alla memoria le seguenti parole di Amedeo Maiuri: “C’è una depressione che è forse peggiore di quella economica” – scriveva il compianto archeologo nel suo “Epicedio” napoletano – “ed è la rassegnazione a subire una violenza non contro ciascuno di noi ma contro quel che è patrimonio di tutti”.
Ebbene, mi auguro che non vadano smarrite, da parte di tutti, almeno la volontà e la forza, civili e morali, di continuare ad indignarsi. Altrimenti, per Napoli, sarebbe davvero la fine.
Aldo Maiorano
Napoli
martedì 29 giugno 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento