martedì 29 giugno 2010
I fiori del Corano
Consiglio di lettura breve
Storia dell’amicizia tra Momo, adolescente ebreo, e Ibrahim, “arabo”, anziano e saggio titolare di una drogheria, ambientata in un popolare quartiere parigino, idealizzato e mitizzato, tra rue Bleue e rue de Paradis, raccontata in forma di favola o di apologo, con ironia, candore, leggerezza e semplice saggezza, e dalla quale è stato tratto l’omonimo film di François Dupeyron con Omar Sharif.
Il racconto è un invito alla tolleranza religiosa, all’amore per la vita, alla spiritualità, alla comprensione e alla conoscenza dell’altro nel rispetto della diversità, al di là di ogni ossessiva e dogmatica chiusura in una malintesa e gretta identità di appartenenza.
Citazioni dal testo:
“La bellezza è dappertutto…Dovunque tu giri lo sguardo”.
“Quello che dai…è tuo per la vita; e quello che non dai è perduto per sempre”.
“Quando vuoi sapere se il posto dove ti trovi è ricco o povero, guarda la spazzatura. Se non vedi immondizia né pattumiere, vuol dire che è molto ricco. Se vedi pattumiere ma non immondizia, è ricco. Se l’immondizia è accanto alle pattumiere, non è né ricco né povero: è turistico. Se vedi l’immondizia e non le pattumiere, è povero. E se c’è gente che abita in mezzo ai rifiuti, vuol dire che è molto, molto povero”.
“Non prendiamo l’autostrada. Le autostrade ci passi e basta, non c’è niente da vedere. Sono buone per gli imbecilli che vogliono andare il più velocemente possibile da un punto all’altro. Noi non facciamo della geometria, noi viaggiamo”.
“Vedi…nella mia vita avrò anche lavorato molto, ma ho lavorato lentamente, prendendomi il mio tempo, senza dannarmi l’anima per incassare di più o accaparrarmi i clienti, no. Il segreto della felicità è la lentezza…”.
“Facevamo un sacco di giochi. Mi conduceva nei luoghi di culto con una benda sugli occhi perché indovinassi la religione dall’odore. Qua c’è odore di ceri, è cattolico….Qui c’è odore d’incenso, è ortodosso…E qua c’è puzza di piedi, dev’essere musulmano…Non ti piace un posto che odora di corpi umani? A te non puzzano mai, i piedi? Ti disgusta un luogo di preghiera che odora di uomo, che è fatto per gli uomini, con gli uomini dentro? …A me, questo profumo di pantofole, mi rassicura. Mi fa pensare che non valgo più dei miei simili. Mi sento col naso, sento noi col naso, e quindi mi sento già meglio!”.
“Il cuore dell’uomo è come un uccello rinchiuso nella gabbia del corpo. Quando danzi, il cuore canta come un uccello che aspira a fondersi con Dio…I dervisci…girano su se stessi, girano intorno al loro cuore, che è il luogo della presenza di Dio. È come una preghiera…Perdono tutti i punti di riferimento terrestri, perdono quella pesantezza che noi chiamiamo equilibrio, diventano fiaccole che si consumano in un grande fuoco…Più il corpo diventa pesante, più lo spirito diventa leggero”.
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