(da Leo Buscaglia, “Vivere, amare, capirsi”)
Un coniglio, un uccello, un pesce, uno scoiattolo, un’anatra e così via decisero di aprire una scuola. Tutti quanti si accinsero a preparare il programma. Il coniglio pretendeva che nel programma ci fosse la corsa. L’uccello pretendeva che ci fosse il volo. Il pesce pretendeva che ci fosse il nuoto. Lo scoiattolo pretendeva che ci fosse l’arrampicarsi sugli alberi. Anche tutti gli altri animali pretendevano che le loro specialità fossero incluse nel programma, e così alla fine ci misero tutto e commisero l’errore grandioso di pretendere che tutti gli animali seguissero tutti i corsi. Il coniglio era magnifico nella corsa; nessuno sapeva correre come lui. Ma gli animali sostenevano che era un’ottima disciplina intellettuale ed emotiva insegnare il volo al coniglio. Insistettero perché imparasse a volare e lo misero su un ramo e dissero: “Vola, coniglio!”. E quel poverino saltò giù, si ruppe una zampa e si fratturò il cranio. Gli restò una lesione al cervello e non potè neppure correre forte come prima. Così, anziché prendere 10 nella corsa, prese soltanto un 7. E gli diedero un 6 nel volo in considerazione del suo impegno. La commissione che aveva varato il programma era felice. La stessa cosa capitò all’uccellino…sapeva volare come una freccia e compiere bellissime evoluzioni e meritava 10. Ma pretesero che scavasse tane nel terreno come una marmotta. Naturalmente si ruppe le ali, il becco e tutto il resto e non potè più volare. Ma la commissione fu ben contenta di dargli 7 in volo e così via. E sapete chi riuscì meglio, in tutta la classe? Un’anguilla mentalmente ritardata, perché riusciva a destreggiarsi alla meno peggio in tutte le materie. Il gufo se ne andò indignato…
martedì 29 giugno 2010
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